Shoah ieri, Shoah proprio oggi
La distruzione degli ebrei d’Europa è uno degli eventi più drammatici dello scorso secolo, un evento talmente grande da far sentire il proprio peso sulle generazioni successive, fino a noi, fino ai nostri discendenti. Quegli anni tristi, nei quali i nazisti e i loro alleati uccisero gran parte degli ebrei del continente, sono diventati uno degli elementi sui quali basare la nostra sensibilità oggi. È come se la Shoah avesse depositato un messaggio, una voglia di riscatto nei confronti di ogni dominio sopra l’uomo, o meglio: è come se quei giorni, nei quali gli uomini e le donne e i bambini non venivano considerati più nemmeno esseri umani, aprissero gli occhi a noi sulla possibilità di valorizzare uomini e donne, ragazzi e ragazze, per quel che sono. Considerare tutti come esseri umani, anzitutto, sembra essere il lascito più forte dell’intera vicenda.
Ricordare la Shoah è molto importante. Ricordare è una iniziativa umana e culturale insieme, che intraprendiamo perché è l’unica capace di farci credere che potremo stare lontani dalla crudeltà che mosse e muove molti uomini. Non smarrire la memoria di uno dei momenti più drammatici del passato europeo significa anzitutto non smarrire la memoria della propria benevolenza. Ma come fare in modo che il ricordo non diventi occasione di retorica e parole povere di senso? Come invogliare gli adulti e i ragazzi al gusto della storia e della memoria? Sono domande molto attuali, per le quali si stanno definendo via via le linee di una didattica che sarà sempre più importante in futuro, e che spingono a tentare strade diverse per intraprendere una conoscenza, non solo storica, di quegli eventi.